KARTING OGGI A CASTELLETTO DI BRANDUZZO SI DISPUTA LA 20. EDIZIONE DEL “TROFEO ANDREA MARGUTTI”

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OGGI A CASTELLETTO DI BRANDUZZO SI DISPUTA LA 20. EDIZIONE DEL “TROFEO ANDREA MARGUTTI”

Castelletto di Branduzzo (Pavia), 22 marzo 2009. Sono passati molti anni da quando Andrea Margutti se n’è andato. L’attimo fatale accadde il 14 ottobre del 1989, sulla Pista di Parma, in occasione di una sessione di prove per il classico appunta-mento del Trofeo delle Industrie. Andrea aveva appena partecipato al Mondiale Karting di Saragozza in Spagna, insieme a Giancarlo Fisichella, a Jarno Trulli, e tanti altri suoi coetanei. Non aveva ancora compiuto 15 anni. Nelle prove di Parma fu vittima di un volo in aria, come qualche volta accade nel karting. Spesso sono voli incruenti, ma non quella volta.

 “Andrea, un ragazzo simpatico ed amico di tutti, gareggiava nella classe 100 ed era considerato una promessa del karting italiano”, così lo ricorda il gestore dell’impianto di Parma, Umberto Pellegrini, che ancor oggi con la sua famiglia organizza il Trofeo per tramandarne nel tempo il ricordo. 

Il 2009 è l’anno della 20.ma edizione di questa manifestazione, che per la prima volta si disputa a Castelletto di Branduzzo, in provincia di Pavia. Il Trofeo Margutti, dapprima iniziato alla Pista d’Oro di Roma, la città della famiglia Margutti, poi si è spostato a Parma, su invito dello stesso Pellegrini. Dopo i  primi due anni infatti l’evento aveva già assunto un’importanza talmente forte a livello internazionale, che era diventato necessario trovarne una sistemazione più adeguata. Dopo le prime 2 edizioni di Roma e le 17 di Parma, siamo ora arrivati al traguardo della 20. manifestazione consecutiva per la quale, vista l’imminente chiusura del Kartdromo di Parma, è toccato alla Pista 7 Laghi di Castelletto ospitarne l’evento.

Ecco il ricordo di Patrizia Margutti, la madre di Andrea: “Come mamma, che siano passati 20 anni, mi sembra quasi impossibile. Dopo i 17 anni del Trofeo disputato a Parma, devo un po’ abituarmi a questo impianto di Pavia, però devo dire che è una bella pista e ben organizzata. Sono contenta per i tanti partecipanti che anche quest’anno sono presenti a questa gara, una bella soddisfazione per il ricordo di Andrea. Per me questo evento significa tanto, non solo per tenere vivo il ricordo di Andrea come mamma, quanto per quello che significa anche a livello sportivo. Oggi con le nuove generazioni continua ad esserci un passa parola per essere presenti qui, ed è veramente qualcosa di importante. Penso che se Andrea non avesse lasciato qualcosa di profondo, forse tutto ciò non avrebbe potuto rinnovarsi”.

Cosa rappresenta per lei il karting?

“Tutto, la vita. E’ trent’anni che vivo nel karting. Prima con mio marito, che correva in kart, poi con Andrea, che iniziò già a 2 anni e mezzo, con un kart costruito  apposta, su misura. Andrea proseguì l’attività in un crescendo di risultati, fino al Campionato del Mondo di Saragozza, dove andò benissimo fino alla finale, quando fu fermato da un problema tecnico. Poi accadde la tragedia, mancavano due mesi ai suoi 15 anni. La fatalità ha voluto che il suo kart gli ricadesse sul torace, ebbe lo schiacciamento del miocardio. E’ stato un incidente come ne succedono molti, ma le conseguenze furono devastanti”.

Lei era presente?

“Sì, ero lì, come sempre. Accadde proprio davanti a me. A quei tempi  ero molto attiva, lo assistevo, prendevo i tempi, mi davo da fare, in tutto”.  

La passione non ha contagiato anche sua figlia Emanuela?

“No, a Emanuela, che oggi ha 30 anni, il karting non è stato permesso, anche se l’avrebbe voluto fare. Sarà così anche per mia nipote Rachele. Siamo preseti a questo appuntamento, ma niente di più”.

Come nacque l’idea di organizzare il Trofeo in ricordo di Andrea?

“Furono gli amici. Prima la famiglia Piccolo, poi Grieco, quindi Giancarlo Fisichella, insieme a tutti i suoi amici, Jarno Trulli, Danilo Rossi, Belletti, Palmieri, Orsini, Venieri, e tanti altri. Correvano tutti insieme nella stessa categoria di Andrea. La prima edizione del Trofeo, nel 1990, prese l’avvio a Roma, vi aderirono anche molti piloti stranieri. Ci furono da subito molte iscrizioni, e di lì a poco dovemmo scegliere un altro circuito, più grande e più adatto. I circuiti che piacevano molto ad Andrea erano Parma e Jesolo. Un giorno mi decisi e da sola andai a Parma. Entrai in pista, dovevo sentire quella che era la sensazione che avrei provato. Fu molto dura, ma mi venne incontro Umberto Pellegrini, il papà di Donatella – attuale organizzatrice insieme ai suoi fratelli Tiziano e Germano – che mi disse: ”Dammi una possibilità di riscatto”. In quel momento decisi che potevamo farlo a Parma. L’unica cosa che dissi è che sarebbe stato indispensabile che verso questa gara rimanesse tanto affetto, per me è importante questo. Poi tutto ciò che gira intorno non lo voglio né vedere né sapere, l’importante è che ci sia rispetto per la persona, e dalla famiglia Pellegrini questo l’ho avuto. Ecco perché il Trofeo è stato sempre lasciato a Parma ed ecco perché ho voluto che fossero loro ad averlo in gestione, perché è come se fossimo diventati tutti una famiglia. Mi dispiacerebbe perderli , anche se la gara dovesse migrare in altre località. Vorrei che i gestori restassero sempre loro”.

Come ha visto crescere questa manifestazione?

“Nei primi anni, ogni volta c’era proprio la grande emozione della perdita di Andrea, anche perché alla gara partecipavano tutti i suoi amici. Però anche dai nuovi protagonisti di questi anni, che conosco poco, ho ricevuto tanto affetto. Ho visto crescere questa manifestazione in maniera esponenziale. Soprattutto quando vedo l’espressione dei genitori di questi piloti, che mi ringraziano, è una bella sensazione. In fondo sono io che dovrei ringraziare loro”.

Qual è il suo desiderio per il futuro?

“Vorrei che questo Trofeo Margutti non finisse mai. Ci penso tante volte. Mi piacerebbe che la televisione ne fosse più partecipe, per far vedere tutto quello che c’è dietro questa gara, soprattutto come sentimenti. E’ veramente tanto l’impegno che ci mettono gli organizzatori”.

Quali sono i suoi contatti con l’ambiente?

“Ogni tanto ci sentiamo con Fisichella. Ma tutti gli amici di Andrea sentono ancora questa cosa e ne parlano quasi sempre al presente, non al passato. In una prossima edizione del Trofeo Margutti mi piacerebbe poter riabbracciare tutti i vecchi amici di Andrea. Vorrei rivederli un po’ tutti, sarebbe un bella cosa”.

 

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