LORENZO CASE’ CAMPIONE DEL MONDO NEL FERRARI CHALLENGE TROFEO PIRELLI IL Guidoniano Lorenzo Casè conquista con merito il titolo di Campione del mondo del trofeo Pirelli Challenge Ferrari sulla pista di Valencia. I complimenti di Montezemolo e dei tifosi

In Velocità in circuito

LORENZO CASE’ CAMPIONE DEL MONDO NEL FERRARI CHALLENGE TROFEO PIRELLI

IL Guidoniano Lorenzo Casè conquista con merito il titolo di Campione del mondo del trofeo Pirelli Challenge Ferrari sulla pista di Valencia. I complimenti di Montezemolo e dei tifosi che piangevano  dalla gioia. Una paiella amara per tanti

Lo scorso fine settimana la Ferrari ha chiuso la stagione con il classico appuntamento che ha visto riuniti tutti i tecnici i piloti i clienti e gli appassionati che hanno attorniato il presidente Luca Cordero di Montezemolo e i grandi piloti di F1, da Alonso, Massa, Fisichella. 17.280 spettatori per un fine settimana dove si  è potuto vedere, toccare e sentire cosa significa passione ed amore per la Ferrari. Dalla esibizione della F60 di “Fisico” alla presentazione dei nuovi modelli come la 458 Italia che dal 2011 sostituirà la F430 nello Challenge  quelle datate anche 1935 per un  fine settimana significato da diversi avvenimenti compreso l’insabbiamento della California guidata dal presidente per eccesso di generosità.

Un 15 novembre non solo caldo a Valencia in Spagna con temperature che toccavano  fino a 28 gradi ma bollente al termine di 40  minuti della corsa per il trofeo Pirelli dello Challenge Ferrari 2009 epilogo di un anno che non è stato molto prodigo con la Ferrari. Un trofeo  vinto come solo lui sa fare, con sportività, senza ammaccature o sportellate, senza ansia di risultati per  rispondere al ricatto degli sponsor ma con lo stile e la freddezza propria dei gentleman driver, Lorenzo ha riportato a casa l’ambito trofeo mandando “ in puzza”, diciamolo una volta tanto, tutti.

Non è stato, è ovvio,  un miracolo vincere, per il guidoniano adottato dai numerosi amici e dai tifosi,  il trofeo più ambito dalla Ferrari dopo quello della  F1. Casè è un pilota dal palmares  invidiabile, solo la sfortuna negli ultimi due anni si era accanita particolarmente. Pasquale Ventriglia, l’imprenditore di sale giochi e locali pubblici sulla Tiburtina ed altre consolari di Roma,  gli ha voluto dare fiducia ed unitamente al Team Manager della Piacenza/Motor, ingegnere Amato Ferrari, ed alla capacità tecniche del team hanno fatto il resto. Così la Black Jack, come familiarmente è soprannominata questa F430 S, dal nome, registrato,  del locale posto tra Setteville e Settecamini , capace di sviluppare 490 cavalli li ha mostrato insieme ai muscoli di un pilota che ha scritto il suo nome nel punto più alto. Era la prima volta che le finali Ferrari che, ogni fine stagione vede tutta la casa di Maranello, dal Presidente i piloti ed i tecnici, scendere in pista fuori dai confini: a Valencia, Spagna. Un inizio visto che il prossimo anno il circo Ferrari si chiuderà ad Abu Dhabi. Una  sedicesima edizione, sul circuito Riccardo Tormo, in cui si sono confrontati i piloti italiani allineati sul lato interno del tracciato mentre all’esterno i piloti che avevano  partecipato allo stesso  campionato serie  europea ed americano.

Lorenzo Casè è partito dalla 5^ fila, per la somma dei tempi realizzati in gara 1 e gara 2 del campionato italiano corso nei due giorni precedenti dove pure aveva agguantato un terzo e quarto posto mentre il compagno del Team Piacenza/Motor, Giorgio Sernagiotto,  si aggiudicava meritatamente  il titolo italiano. Pur partendo dalla nona posizione, come in una  magia, Lorenzo giro dopo giro, con  stile sportivo riusciva a superare in diversi punti della pista chi lo precedeva.   In un circuito che,  se per gli spettatori è fantastico in quanto l’intero tracciato si svolge sotto gli occhi, da qualunque lato o gradinata, per i piloti costituisce un enorme problema. Ma non per Lorenzo che ha fatto gridare allo stupore e fatto alzare in piedi il pubblico durante un paio di sorpassi.  Fin dall’inizio della corsa quando Sernagiotto e Blancardi partiti in testa  hanno cominciato a duellare fino a toccarsi e farsi male da soli,  Casè ha pensato solo a chi lo precedeva. La formula del mondiale prevede anche una sosta ai box di sessanta secondi e ben tre piloti sono stati così antisportivi da anticipare il rientro e beccarsi una ammonizione. L’autentica sportività ed il coraggio di Lorenzo alla fine lo hanno premiato in una corsa che difficilmente si potrà dimenticare per i continui colpi di scena e le scintille viste tra i diversi piloti.  Ha vinto la freddezza  e la tranquillità. La stessa che si può evincere da alcuni numeri. Lorenzo corre con la  Black Jack da sei mesi, e da altrettanto con  Pasquale Ventriglia hanno iniziato un sodalizio meraviglioso unito alle capacità del Team Piacenza / Motor.  5 su 7 sono stati i circuiti in cui Casè si è misurato riuscendo a raggiungere ben 126 punti nel campionato italiano Trofeo Pirelli, quinto assoluto.

A Valencia durante le libere e le qualifiche aveva girato con sospensioni dure che non si addicevano al circuito che conta ben 15 curve che gli sono costati il 9° posto in griglia di partenza. Consigliato anche  dall’ingegnere Bernardo  durante la notte si era provveduto a sostituirle con quelle morbide. Alla prima gara, valevole per il campionato italiano , era terzo, e quarto nella seconda delle due previste e senza aver avuto il tempo di provare la nuova messa a punto. Alla sue spalle si sono classificati Marco Mapelli (Rossocorsa) e l’austriaco Philipp Baron (Baron Service). Un pilota d’altri tempi, dove l’umanità ed il rispetto contano più di ogni altro. Un driver dalla faccia pulita, altissimo  e dagli occhi che esprimono il cuore ha commentato il presidente Montezemolo nel conciliabolo che ha preceduto la premiazione ufficiale.

Un pilota che ha portato sulla vetta del mondo il nome della città di Guidonia che lo ha adottato. I tifosi che lo hanno accompagnato nella trasferta spagnola hanno pianto insieme a lui mentre gli altri gli hanno preparato di festeggiamenti da campione del mondo ovviamente al Black Jack con uno striscione di 18 metri, nel pubblico  esercizio bello quanto serio, sempre aperto e dove fino a notte fonda di lunedì tutti hanno potuto assaggiare dolciumi e bibite per onorare questo campione che ha ripetuto nel 2009 gesti e imprese che sembravano rimaste impolverate dalla storia dell’automobilismo sportivo che in Italia e nel resto del mondo è identificabile con sola parola: Ferrari.

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